Fobie e ossessioni
Fobie
La caratteristica essenziale della fobia specifica è la marcata e persistente paura di oggetti o situazioni specifiche, che possono divedersi in:
La fobia va presa in considerazione solo quando l’esposizione allo stimolo fobico, che quasi invariabilmente provoca un’immediata risposta ansiosa, interferisce grandemente con la routine quotidiana, il funzionamento lavorativo o la vita sociale della persona.
La terapia cognitivo comportamentale adotta, in caso di fobia specifica, una particolare tecnica che si basa sull’esposizione e che viene definita desensibilizzazione sistematica.
- Chi non ha provato il desiderio di rifare una stessa azione più volte ogni giorno come se a non farla portasse male?
- Chi non ha provato l’impulso quasi obbligato di riordinare e pulire meticolosamente parti della sua casa?
- Chi non ha provato l'impulso di tornare a controllare la portiera dell'auto o la porta di casa o il fornello del gas?
- Chi non ha provato, almeno una volta nella vita, timore di far del male anche a persone care?
- A chi non è mai accaduto che immagini di violenza affiorassero alla mente?
Quando questi fenomeni generarano un alto grado di sofferenza psicologica o interferiscono con le amicizie, gli affetti o con il lavoro si parla di disturbo ossessivo compulsivo.
Il termine ossessione indica un'idea, un pensiero, una parola, un ricordo, un sentimento, un impulso o un'immagine che si intromette nella mente di una persona rimanendovi a lungo senza poter essere allontanata. Chi ha delle ossessioni le riconosce come idee proprie, come il prodotto della propria mente anche quando le considera lontanissime dal proprio modo di pensare e di comportarsi. Chi ha delle idee ossessive le respinge e tenta di resistere loro, ma non riesce a liberarsi di queste idee se non in parte o per brevi periodi. Le ossessioni sono sempre accompagnate da un certo livello di stress che nasce dal fatto che spesso tali idee sono assurde e incomprensibili, a volte ripugnanti. La persona che le subisce è impegnata in una lotta vana e sfibrante per liberarsene e non riesce a pensare ad altro. Le ossessioni non se ne vanno e la continua presenza di queste idee compromette la capacità di prestare attenzione, di concentrarsi, di pensare e, quindi, di lavorare e vivere serenamente.
Le compulsioni invece sono comportamenti o atti mentali:
Anche le compulsioni, come le ossessioni, fanno parte della vita di tutti: ogni persona ha dei comportamenti ritualistici (seguire certi percorsi stradali invece di altri, vestirsi in un certo modo in determinate occasioni, non indossare alcune cose che temiamo porteranno sfortuna, etc.).
Le compulsioni vanno considerate come “sintomi” quando provocano una marcata sofferenza psicologica alla persona o quando ne limitano il mondo degli affetti e del lavoro. Le compulsioni sono spesso, ma non sempre, eseguite in risposta ad una ossessione. Molti atti di tipo ritualistico possono essere correlati con il Disturbo Ossessivo Compulsivo: gioco d'azzardo, staccarsi i capelli, imbarazzo per parti del proprio corpo considerate brutte, tics, mangiare compulsivo. Le compulsioni sono ripetute numerose volte: la persona si sente internamente obbligata a seguire un certo rituale, si rende conto che la spinta viene da dentro di sé ma non può farne a meno.
Terapia del Disturbo Ossessivo – Compulsivo
Il disturbo era considerato, fino a poco tempo fa, cronico e invalidante, ma recentemente si è passati ad una più ottimistica visione della prognosi e della malattia. Le tecniche terapeutiche che attualmente sono considerate più efficaci sono quelle cognitivo – comportamentali: in alcune persone si può ottenere una guarigione completa; nella maggior parte dei casi si ottiene una diminuzione dei sintomi di vario grado e un miglioramento della qualità della vita.
La caratteristica essenziale della fobia specifica è la marcata e persistente paura di oggetti o situazioni specifiche, che possono divedersi in:
- Animali (animali vari o insetti)
- Ambiente Naturale (es. temporali, altezze, acqua)
- Sangue – Iniezioni – Ferite
- Situazionale (situazioni specifiche come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, o luoghi chiusi)
- Altro Tipo
La fobia va presa in considerazione solo quando l’esposizione allo stimolo fobico, che quasi invariabilmente provoca un’immediata risposta ansiosa, interferisce grandemente con la routine quotidiana, il funzionamento lavorativo o la vita sociale della persona.
La terapia cognitivo comportamentale adotta, in caso di fobia specifica, una particolare tecnica che si basa sull’esposizione e che viene definita desensibilizzazione sistematica.
- Chi non ha provato il desiderio di rifare una stessa azione più volte ogni giorno come se a non farla portasse male?
- Chi non ha provato l’impulso quasi obbligato di riordinare e pulire meticolosamente parti della sua casa?
- Chi non ha provato l'impulso di tornare a controllare la portiera dell'auto o la porta di casa o il fornello del gas?
- Chi non ha provato, almeno una volta nella vita, timore di far del male anche a persone care?
- A chi non è mai accaduto che immagini di violenza affiorassero alla mente?
Quando questi fenomeni generarano un alto grado di sofferenza psicologica o interferiscono con le amicizie, gli affetti o con il lavoro si parla di disturbo ossessivo compulsivo.
Il termine ossessione indica un'idea, un pensiero, una parola, un ricordo, un sentimento, un impulso o un'immagine che si intromette nella mente di una persona rimanendovi a lungo senza poter essere allontanata. Chi ha delle ossessioni le riconosce come idee proprie, come il prodotto della propria mente anche quando le considera lontanissime dal proprio modo di pensare e di comportarsi. Chi ha delle idee ossessive le respinge e tenta di resistere loro, ma non riesce a liberarsi di queste idee se non in parte o per brevi periodi. Le ossessioni sono sempre accompagnate da un certo livello di stress che nasce dal fatto che spesso tali idee sono assurde e incomprensibili, a volte ripugnanti. La persona che le subisce è impegnata in una lotta vana e sfibrante per liberarsene e non riesce a pensare ad altro. Le ossessioni non se ne vanno e la continua presenza di queste idee compromette la capacità di prestare attenzione, di concentrarsi, di pensare e, quindi, di lavorare e vivere serenamente.
Le compulsioni invece sono comportamenti o atti mentali:
- che una persona ripete molte volte di seguito (ripetitivi),
- rendendosi conto di quello che fa (intenzionali) ,
- che hanno un significato preciso (finalizzati).
Anche le compulsioni, come le ossessioni, fanno parte della vita di tutti: ogni persona ha dei comportamenti ritualistici (seguire certi percorsi stradali invece di altri, vestirsi in un certo modo in determinate occasioni, non indossare alcune cose che temiamo porteranno sfortuna, etc.).
Le compulsioni vanno considerate come “sintomi” quando provocano una marcata sofferenza psicologica alla persona o quando ne limitano il mondo degli affetti e del lavoro. Le compulsioni sono spesso, ma non sempre, eseguite in risposta ad una ossessione. Molti atti di tipo ritualistico possono essere correlati con il Disturbo Ossessivo Compulsivo: gioco d'azzardo, staccarsi i capelli, imbarazzo per parti del proprio corpo considerate brutte, tics, mangiare compulsivo. Le compulsioni sono ripetute numerose volte: la persona si sente internamente obbligata a seguire un certo rituale, si rende conto che la spinta viene da dentro di sé ma non può farne a meno.
Terapia del Disturbo Ossessivo – Compulsivo
Il disturbo era considerato, fino a poco tempo fa, cronico e invalidante, ma recentemente si è passati ad una più ottimistica visione della prognosi e della malattia. Le tecniche terapeutiche che attualmente sono considerate più efficaci sono quelle cognitivo – comportamentali: in alcune persone si può ottenere una guarigione completa; nella maggior parte dei casi si ottiene una diminuzione dei sintomi di vario grado e un miglioramento della qualità della vita.